Da Acapulco al mondo: la storia del padel, che ormai ci ha conquistato

Da Acapulco al mondo: la storia del padel, che ormai ci ha conquistato

Numeri impressionanti per il padel, protagonista di un clamoroso boom negli ultimi anni. In Italia ormai gli appassionati sono arrivati a un milione. Ecco la storia del padel

Chi non ha almeno un amico che gioca a padel e che l’ha invitato a fare due scambi? In pochi, davvero, perché si tratta uno sport che ha avuto un boom impressionante negli ultimi due anni. Se ne ricordano di nuove discipline che sono esplose in così poco tempo. Semplice e intuitivo, il padel è il passatempo perfetto. Il “nuovo” calcetto, verrebbe da dire, per la sua capacità di includere tutti gli sportivi, dagli ex professionisti (con la racchetta o col pallone) a chi si avvicina per la prima volta.

Non a caso in molti centri sportivi accanto ai tradizionali campi da tennis e da calcetto ne stanno sorgendo sempre di più destinati al padel. La crescita è fotografata benissimo dai numeri, dato che in Italia si stima ci siano almeno un milione di appassionati. Nel giro di due anni il numero dei tesserati Padel alla FIT è cresciuto di quasi dieci volte: dai 7mila del 2019 ai 60mila del 2021. Nel 2014 erano solo trecento. I campi, invece, sono passati da mille a tremila. 

Non male, considerando che il trend non si è arrestato, ma sta salendo ancora. Hanno fatto da volano i grandi sportivi che si sono letteralmente innamorati di questo sport. In attività, e non, come tanti ex calciatori che non mancano di pubblicare ogni settimana nuove foto e video sui social mentre si affrontano con la racchetta. Da “Bobo” Vieri a Francesco Totti: personaggi con un seguito incredibile che hanno contagiato migliaia di italiani. Ma non si tratta solo di questo. In tanti di loro nel padel ci hanno anche creduto e investito. È il caso, ad esempio, dell’attaccante svedese Zlatan Ibrahimovic che in Svezia ha aperto ben cinque centri sportivi dedicati a questa disciplina. L’ultimo, a Uppsala, chiamato “Il Colosseo del Padel”.

La storia del padel

Il padel è arrivato in Italia negli anni Novanta. Come base di partenza si può prendere proprio la nascita di un ramo della Federtennis dedicato, che risale al 1991. In realtà è nato una ventina di anni prima, nel 1969, in Messico.

Il padre di questo sport ormai famosissimo è considerato Enrique Corcuera che, secondo la leggenda, voleva costruire un campo da tennis (o da squash, secondo alcune versioni) in casa, ma dovette fare i conti con uno spazio a disposizione ridotto e alcuni muri che ne limitavano l’espansione.

Da qui l’idea di concepire una variante degli sport con la racchetta che includesse delle pareti. In poco tempo il padel arrivò in Spagna e in Argenti, finché con lo sbarco negli Stati Uniti negli anni Ottanta fece decadere l’etichetta di “sport d’élite” che gli era stata affibbiata.

Storia del Padel
Storia del Padel

I campi in Italia

Dalle informazioni disponibili sembra che nel nostro Paese l’anno cruciale sia sempre il 1991, quando fu costruito anche il primo campo dedicato, a Costabissara in provincia di Vicenza, su spinta dei due argentini Martin Calvelo e Edoardo Coaduro. L’Emilia-Romagna venne attratta quasi subito dalla nuova disciplina, mentre negli anni Duemila, in particolare a partire da una decina di anni fa, è stata Roma il centro pulsante in Italia.

Oggi il padel è arrivato ovunque, e siamo felici così. Da gennaio a ottobre le strutture dedicate sono aumentate del 120%. Secondo l'analisi curata dall’osservatorio Mr Padel Paddle, abbiamo sforato quota 4000 campi (4012 per la precisione) in 1. 623 strutture sparse per la Penisola. Almeno un migliaio di campi, inoltre, è indoor: il doppio rispetto a quelli registrati a dicembre 2020. Rispetto a tre anni fa i campi da padel sono 7 volte di più, erano “solo” seicento. 

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Che tu sia un professionista o un amatore, nonostante il padel sia uno sport accessibile a tutti, dopo una partita la fatica si fa sentire. Per riprenderti dopo un’intensa attività sportiva valuta anche di provare a riposare su K-MED, rivoluzionaria coperta con effetto antinfiammatorio e antidolorifico certificata dal Ministero della Salute. È adatta per tutti i mammiferi e tutte le stagioni. Riduce il dolore, le infiammazioni e i fastidi muscolari, e aiuta ad accorciare i tempi di recupero per chi fa sport.

Tra le sue proprietà uniche vi è la capacità di eliminare i falsi segnali che il cervello riceve dall'organismo e che amplificano il dolore percepito, in molti casi attestato intorno al 30%. Questo perché al suo interno è presente KRYSTAL MED®, una nanobiomolecola unica al mondo, con struttura tetraedro-ionica, in grado di interagire con il sistema nervoso di ogni mammifero al livello delle membrane fosfolipidiche sinaptiche, ripristinando le connessioni neurali e riducendo efficacemente dolori ed infiammazioni.

Studi clinici hanno dimostrato le proprietà eccezionali delle nanobiomolecole contenute in K-MED, consentendo il suo ingresso tra i dispositivi medici.

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